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Abianeh, Iran. |
Arrivammo ad Abianeh con una pioggia fredda e sottile. Il villaggio pareva quasi irreale nel suo silenzio umido, nel rumore ovattato delle gocce del cielo, del fango delle strade di terra battuta e piastrellata. Abianeh sembra crearsi d'improvviso, tra i monti del distretto di Bazrud, con la stessa sveltezza con cui delle mani esperte di un vasaio danno forma alla creta che gira sul tornio. Era novembre ma faceva caldo in città, eppure l'aria pungente che ci accolse nel villaggio faceva già pensare all'inverno. Le finestre delle case erano serrate, le porte chiuse, solo gli intarsi minuziosi dell'architettura tradizionale facevano immaginare degli occhi tra quelle fessure, dei volti sfuggenti e delle figure inafferrabili dietro a quei muri di fango e mattoni.
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Dettaglio di abitazione, Abianeh, Iran. |
D'improvviso
uno schioccare di zoccoli, uno strusciare di pezze, uno stampare di
piedi sui ciottoli umidi: una donna ricoperta di un velo largo e
coprente di colore bianco, puntellato di mille colori, camminava piano
sulla stradina arrampicata sul monte, tirandosi dietro un asinello
grigio, piccino, caricato di borse e di stoffe. Quelle furono le prime delle quattro
creature che intravidi, quasi come una visione subitanea e lenta, ad
Abianeh. Le altre due furono due vecchie signore vestite di nero, le
loro gonne ampie e scure rigonfie su gradini di pietra su cui sedevano,
la loro pelle aranciata dal sole, i loro occhi olivastri e grandi, le
loro voci stridenti e roche come quelle di chi parla poco, o forse mai.
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Donna e asinello, Abianeh, Iran. |
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Porta con due battenti, Abianeh, Iran. |
Mi apparve così Abianeh, in quel pomeriggio d'autunno, raccolta e laconica come le ragazze che hanno appena pianto, come quei sentimenti che rischiano di perdersi se non si fa qualcosa. Le porte ad Abianeh sono di legno, lucide e pesanti, quasi nascondano dietro di sé un segreto ingombrante e antico. Mi piacque il desiderio di oltrepassare una di quelle porte e scoprire la vita all'interno delle case color ocra, brillanti e scivolose della pioggerella delicata e rapida in cui ci eravamo imbattuti. Le porte di Abianeh hanno due battenti: uno è per le donne, uno per gli uomini. La loro diversa forma produce un suono peculiare che distingue il genere del visitatore sconosciuto all'orecchio attento del padrone di casa. Forse che bussando qualcuno avrebbe... Ma no, Abianeh mi piaceva così, ermetica e scorbutica come la vidi, circondata da montagne impervie e alberate di alberi rossi e marroni, incastonata in un fianco di montagna, schiva e scontrosa, eppure così innocente e bisognosa di amore, come tutte le persone imbronciate che si dicono felici anche senza nessuno.
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