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Statua di Alessandro Magno, lungomare di Thessaloniki. |
Al di là degli ombrelli, scorgemmo una figura scura e imponente, che si stagliava impavida nell'orizzonte grigio-azzurro del cielo nuvoloso. Alessandro Magno, in tutta la gloria di Imperatore di Macedonia, sul suo insostituibile cavallo Bucefalo, rivissuto in una statua che troneggia sull'orizzonte del mare, come il Μέγας Ἀλέξανδρος (Mégas Aléksandros), il Grande, trionfò sul mondo antico, cambiandone per sempre le sorti.
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Statua di Aristotele, Piazza Aristotelus, Thessaloniki. |
Più indietro, si apre la piazza Aristotelus, dove troneggia immobile ed eterna la statua bronzea dell'immortale Aristotele. Disegnata nel 1918 dall'urbanista francese Ernest Michel Hébrard, la piazza pare volersi protendere verso il mare fin quasi a toccarne con reverenza i flutti. Si apre sul mondo, la piazza Aristotelus, come a mostrare che il viaggio non finisce mai, che bisogna continuare a camminare, a nuotare, a navigare. Dall'alto la piazza è una forma squadrata, essenziale, ma accogliente; animata ogni giorno e ogni sera da persone che passeggiano, la attraversano, si siedono al suo lato; punteggiata da uccelli che vi si posano alla ricerca di briciole; da chi vuole vendere qualcosa, suonare. E' l'aria che si respira sulla piazza Aristotelus ad essere unica al mondo, è la brezza che viene dal mare che indirizza lungo la sua costa, come la corrente pacata di un fiume di aria e schizzi.
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Veduta dall'alto della Piazza Aristotelus, Thessaloniki. |
Nei giorni che seguirono, Christianna ed io ci addentrammo nelle strade in salita e discesa della città, cercammo di scoprirne gli angolo più impensati. Il nostro secondo giorno a Thessaloniki fu una giornata di sole, un calore settembrino ma ancora ardente come quello dell'estate più piena. Salimmo sulla cima della Torre Bianca e ci perdemmo nella brezza marina che ci pettinò i capelli e ci rinfrescò la pelle accaldata. Immaginavamo la vita a Thessaloniki, in una casa con un balcone, affacciata sul lungomare, da dove lanciare lo sguardo fino alla bella e trina penisola Chalkidikì (Χαλκιδική). Immaginavamo le mattine al sapore di Bougàtsa (Μπουγάτσα), le sfoglie ripiene di crema spruzzate di cannella che si mangiano al mattino a Thessaloniki, i pomeriggi di caffé e di giri al Mercato Modiano, pieno di colori, parole e odori, come quello del pesce fresco, delle spezie turche, della frutta lucida e grande. Immaginavamo la vita a Thessaloniki, guardando ammirate giù verso la città, da un po' più vicino al cielo.
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Panorama dalla cima della Torre Bianca, Thessaloniki. |
Una sera prendemmo un autobus verso la città vecchia. Arrivammo sul far del tramonto al castello, alle sue dignitose rovine che ancora dopo secoli e secoli parlano di Bisanzio. Quando le luci calarono, il nostro sguardo si smarrì nella moltitudine che ci trovammo davanti, una distesa vibrante di luci che disegnavano un percorso immaginario a ritroso nei secoli, tanto da quasi poter vedere le antiche mura scomparse, lo splendore dell'epico Alessandro e l'immortale nitrito di Bucefalo.
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Panorama della città dal castello, città vecchia, Thessaloniki. |
Una città che glorifica, Thessaloniki, con le sue statue, i suoi frammenti di storia dei secoli addietro, adagiati in un sito moderno, vivido, dove il tempo segue le mode, le ragazze indossano gli abiti più eleganti di tutta la Grecia, dove i caffé si riempiono nel pomeriggio e le sere sono vivaci, fatte di chiacchiere e risate, di stare insieme tutti i giorni perché è così che si vive la vita, a Thessaloniki, come fosse sempre domenica.
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