"Questa storia è vera e antica, ha più di millequattrocento anni..." incominciò a raccontarmi la mia amica Yasamin, una sera di quelle in cui non puoi dormire bene, una sera di quelle in cui c'è proprio bisogno di una storia.
Pochi minuti prima, stavo ascoltando una canzone del cantante iraniano Mohammad Reza Shokri dal titolo "Shirin o Farhad". Ogni volta che sento quei due nomi mi tornano alla mente tante immagini inaspettate e sorprendenti, tutte le emozioni insperate ed eterne di un mio breve viaggio in Iran.
La storia di Shirin e Farhad è una di quelle storie che restano all'infinito, che si raccontano e ri-raccontano nella speranza che, in ogni epoca a venire, Shirin e Farhad non subiscano più ingiustizia e soprusi ma che gli amori come il loro ricompaiano sempre, ad ogni generazione.
"Questa storia è vera e antica, ha più di millequattrocento anni..." mi scrisse, allora, Yasamin, la potevo immaginare, con i suoi occhi scuri grandi, che si riempiono di entusiasmo quando mi racconta del suo Paese, dell'Iran, e delle sue storie meravigliose.
Nel VII secolo d. C., prima che gli Arabi arrivassero e portassero con sé l'Islam, viveva in Iran una ragazza giovane e bellissima di nome Shirin. La famiglia di Shirin era molto ricca e conosciuta e l'intero Paese cantava la bellezza unica e la grazia impareggiabile della giovane.
La gente parlava di lei e la sua fama raggiunse le orecchie del sovrano, re Khosro Parviz, il Vittorioso, ultimo discendente della dinastia dei Sassanidi. Re Khosro Parviz volle chiamare a sé Shirin e suo padre e, rimasto abbagliato dall'indicibile bellezza della ragazza, la chiese in sposa, pur avendo già una moglie, Maria, principessa bizantina, figlia dell'Imperatore Maurizio Tiberio.
Tuttavia Khosro Parviz non volle rinunciare alla bella Shirin e decise, quindi, di celebrare in segreto il matrimonio. Strappò la sfortunata prescelta dall'amore della sua famiglia e la tenne prigioniera nelle segrete di un castello lontano fino al giorno stabilito per la cerimonia. Nella sua prigionia, l'infelice Shirin si sentì sola e triste, separata per sempre dalla sua famiglia, rinchiusa nel buio e nel segreto più vergognoso di un matrimonio fuorilegge e senza amore.
Un giorno, re Khosro Parviz ordinò che nel castello segreto fossero costruite delle statue per renderlo più grandioso e degno di un sovrano Vittorioso. Un giovane scultore di nome Farhad fu subito inviato al palazzo segreto e incominciò a scolpire su una lunga rampa di scale che portava alla torre dove Shirin stava rinchiusa. Udendo un canto tristissimo di donna e delle lacrime di pianto e dolore provenienti dalle scalinate della torre, Farhad vi salì in cima e si accorse che una ragazza meravigliosa era prigioniera e sola in una grande stanza triste. Farhad si innamorò di Shirin, della sua voce, del suo volto, del suo cuore prezioso che aveva bisogno di essere custodito e salvato.
Rivelatosi alla giovane, Farhad si recò da lei ogni giorno e anche Shirin si innamorò perdutamente di lui.
Scolpì lentamente, Farhad, ogni giorno, le statue per il re e infine il lavoro fu inevitabilmente ultimato. Arrivato il giorno della sua partenza dal castello, Farhad non si perse d'animo e osò sfidare re Khosro Parviz per ottenere la libertà di Shirin.
Ma il sovrano, adirato per l'affronto subito e impassibile alle richieste dei due innamorati, negò la libertà della principessa.
La ragazza, addolorata, si ammalò, indebolendosi ogni giorno di più finché il re, spaventato dalla sua fragile condizione, seguendo i consigli di una vecchia spaventosa strega, concesse una remota e pericolosa possibilità al giovane innamorato. "Se in quaranta giorni riuscirai a scavare l'intera montagna di Bistoon con le tue mani, Shirin sarà libera", proferì.
Farhad partì immediatamente per la città di Kerman, nei pressi della quale si trovava la montagna della sua prova di coraggio e resistenza. Shirin lo attese ogni giorno con grande speranza e timore, ma confidando nel loro amore e nella riuscita dell'ardua impresa. Dal quarantesimo giorno dalla partenza di Farhad la vecchia strega si avvicinò alla principessa e le annunciò beffarda: "Il tuo amato Farhad ha fallito la sua missione, se n'è andato! ti ha abbandonata!". La ragazza non riusciva a credere alle parole della strega ma Farhad non tornava e Shirin pianse tutte le sue lacrime del suo cuore.
La strega, abbandonata Shirin al suo dolore, si recò subito a Kerman con un losco e menzognero intento: annunciare pubblicamente la morte della principessa Shirin. La popolazione intera pianse la morte improvvisa della bella Shirin, ignara del terribile inganno inscenato dalla malvagia strega.
Ma anche Farhad, stremato dalla fatica di aver compiuto l'impossibile impresa in quaranta giorni e quaranta notti, infine giunse in città e la tragica notizia sul destino crudele della sua amata giunse subito a lui. Accecato dalla disperazione e dalla sofferenza, Farhad incontrò la morte proprio su quella montagna da lui con così tanta fatica scavata per salvare la bella Shirin.
Dalla torre nel castello segreto di Khosro Parviz, Shirin udì il subbuglio inquieto proveniente dalla città e venne così a sapere della morte, ahimè reale, del suo eroe Farhad. Solo allora la principessa comprese l'inganno inscenato dalla malefica strega ed appoggiato dallo stesso sovrano e, con le ultime forze rimastele, si gettò anch'ella nelle braccia cupide della morte, aspirando al Paradiso tanto desiderato per rincontrare là il suo Farhad e restare per sempre insieme, liberi dalle prigioni in cui la vita li aveva rinchiusi.