Un piattino bianco semplice appoggiato su un tavolo di
legno. Un davanzale riempito di tappi di sughero profumati ancora di vino. Un
forno ampio, basso, di quelli profondi profondi
che fanno quasi spavento, ma che sfornano delizie dal sapore antico e
sorrisi dalle bocche di chi assaggia. Siamo a Novi Ligure, al ristorantino “La
Rotonda”, dove il piatto forte è la farinata di ceci, una deliziosa e
semplicissima frittatina di acqua, ceci, sale ed olio, un abbraccio di
ingredienti venuti dal tempo dei grandi imperatori romani e poi perfezionato
dai Genovesi poco prima che Colombo scoprisse l’America.
Infatti, è proprio dalla città della focaccia e del pesto,
Genova, che la farinata inizia il suo viaggio. Arriverà, secoli dopo,
nell’ardente forno di un ristorante di Novi che di ligure porta il nome e la
paternità antica – fu infatti fiorente centro nella Repubblica di Genova nel XV
secolo - e di piemontese i ricordi -visibili nelle vecchie “trunere”, case di
terra cruda - e le dolci glorie – gustabili nei sapori freschi e vellutati dei
budini Elah Dufour, nella ricchezza croccante del cioccolato Novi, nella
cremosità leggere di Pernigotti.
Un pomeriggio a Novi Ligure che inizia con un bel pranzo di
farinata e crescenza e prosegue con morbidissime pizzette al tegamino e con la
panissa, una polentina fritta servita a fettine. Infine, per addolcire le
bocche, ci regaliamo un bel tris di dolci, presentati teneramente in tre
piccole ciotoline: una dorata cremina catalana, una dolce pannina cotta, una
fondente moussettina al cioccolato. Strette di mano e saluti con gli
affabilissimi proprietari non mancano prima di tornare a pancia piena e passi
lenti verso le nostre automobili parcheggiate non lontano, nella città vecchia. Le strade si restringono, si acciottolano. Le case
smagriscono, invecchiano, si nascondono dietro bassi portoni ma si colorano di
antico, di passato: giallo, arancione, rosa, azzurro. I colori si susseguono
pacati, sbiaditi e vividi insieme, in un pomeriggio di pioggerella insicura e
di freddo tagliente.
Chissà se in quello stesso freddo, tanti anni prima,
stesse pedalando a gran velocità un uomo magretto e leggero di nome Fausto
Coppi. I suoi polmoni raccoglievano più aria dei polmoni degli altri, il suo
cuore batteva più lento di ogni altro cuore. La sua tenacia e la sua resistenza
lo portarono a diventare uno dei più grandi e conosciuti atleti del ciclismo
italiano di tutti i tempi. A lui ci dedichiamo, in un piovoso pomeriggio novese: ci
avviciniamo al Campionissimo, alla sua storia, ai suoi scandali, alle sue
vittorie, ai suoi ricordi. E con essi, a tutti quei solchi lasciati da altri
grandi del ciclismo, uomini e donne vittoriosi, caparbi, indimenticati. Tutto
ciò, grazie al magnifico allestimento de “Il Museo dei Campionissimi”, dedicato
agli eroi delle due ruote.
Al nostro arrivo, un’ampia scalinata ci conduce al
paradiso dei cicloamatori. Una fila strabiliante di biciclette ci trasporta
lungo la loro storia, in un passato dove postini, panettieri, arrotini,
carabinieri e idraulici pedalavano instancabili per le vie della città e lo
sferragliare della bicicletta del gelataio richiamava a sé tutti i bambini dei
cortili per un bel cono fresco alla fragola o al cioccolato.
Museo dei Campionissimi, Novi Ligure |
Novi Ligure ci propone questo viaggio e non solo: il suo
Museo narra l’intera storia della bicicletta, fin dalla sua primissima
infanzia. Una storia ricca di nostalgie, come la bici con cui Marco Pantani
vinse il Giro D’Italia nel 1998, di glorie, come la appariscente maglietta rosa
di Vincenzo Nibali, campione del Giro 2013, di stranezze, come la bicicletta
senza manubrio di Giuliano Calore, di ricordi, come le nostalgiche foto in
bianco e nero della campionessa Alfonsina Morini, prima donna a partecipare a
competizioni fino a quel momento esclusivamente maschili. Del resto, proprio
Novi Ligure è la città dove il “mago di Novi”, l’allenatore cieco Biagio
Cavanna reclutò per primo sia Costante Girardengo sia il Campionissimo e li
elesse a suoi migliori allievi, impareggiabili e imbattuti dalla storia.
Fotografia cartonata a grandezza naturale di Fausto Coppi. Museo del Campionissimo, Novi Ligure. |
Il tempo vola nel Museo dei Campionissimi, tra foto, trofei,
maglie, memorie. Viene voglia di inforcare una di quelle splendide biciclette
per pedalare anche noi tra le strade acciottolate di Novi, tra le campagne
sbiadite di una giornata invernale e respirare a pieni polmoni un po’ di
quell’aria che respirarono i grandi campioni del pedale. Viene voglia di raccontare a tutti le
avventure di Coppi, Girardengo e degli altri ciclisti che abbiamo conosciuto.
Ci sembra quasi di vederli affannarsi per superare un avversario, allungarsi
per ricevere una borraccia d’acqua fresca, socchiudere gli occhi per
contrastare il sole. E forse, sembra di essere lì anche noi, nel 1949, a sentire
la voce di Mario Ferretti esclamare: “Un uomo solo è al comando; la sua maglia
è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi”.
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